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lunedì 11 febbraio 2013

LEGGERE UN PNEUMATICO


Sui fianchi del pneumatico è presente un gran numero di informazioni, alcune obbligatorie ed altre volontariamente riportate dal fabbricante, in base ad accordi tra i produttori.
Le informazioni riportate sul pneumatico sono diverse secondo i mercati ai quali esso è destinato e le norme di omologazione che, di conseguenza, esso deve rispettare.

Per il mercato europeo devono essere presenti le informazioni richieste dal Regolamento ECE-ONU n. 30 (in www.unece.org/trans/main/wp29/wp29regs21-40.html); in alternativa, tra i Paesi dell´UE, devono essere rispettate le prescrizioni della Direttiva 92/23, sostanzialmente simile, quanto a contenuto normativo, al Regolamento ECE-ONU n. 30, ma con in più un test di rumorosità dello pneumatico.

Per il mercato USA (e nel resto del mondo, talvolta in alternativa alle norme ECE-ONU ed a quelle UE) devono invece essere rispettate le prescrizioni della normativa FMVSS 109, integrata dallo standard 49CFR575.104 (UTQG - Uniform tire quality grading). Le norme USA prescrivono una maggiore quantità di informazioni sul pneumatico. Tuttavia, poiché il mercato dei pneumatici è mondiale, è facile trovare anche in Italia prodotti che recano entrambi i tipi di iscrizioni. Leggendole ed interpretandole correttamente si possono conoscere meglio le caratteristiche di questo componente essenziale del veicolo.

Caratteristiche

Profondità degli intagli del battistrada
Per legge, deve essere di almeno 1,6 millimetri su tutta la superficie. Ma questo è un "valore limite", che non assicura le migliori prestazioni soprattutto su terreno bagnato.

Un pneumatico leggermente sgonfio peggiora la stabilità in curva e rende il veicolo insicuro sul bagnato. La pressione normale di esercizio è indicata sul libretto d'uso; se il veicolo è molto carico e si prevede un viaggio lungo, è opportuno aumentarla leggermente.
Integrità dello pneumatico
Tagli e lacerazioni sui fianchi dello pneumatico possono essere pericolosi se hanno intaccato le "tele" della struttura. Cambiatelo senza esitazioni. Ricordate che un pneumatico nuovo, appena montato, necessita di almeno un centinaio di km di "rodaggio" e di stabilizzazione prima di fornire il meglio delle proprie prestazioni. Per i primi 100 km, quindi, guidate "piano". Su ogni asse gli pneumatici, per legge, devono essere dello stesso tipo.
Cerchione
Le deformazioni ed ammaccature del cerchione producono vibrazioni allo sterzo, possono contribuire al distacco dello pneumatico, fanno sfuggire l'aria negli pneumatici "tubeless" (senza camera d'aria). Una accurata "ribattitura" può eliminare l'inconveniente, ma questa non è possibile su alcuni tipi di cerchioni in lega. E' preferibile sostituire il cerchione piuttosto che rinunciare al vantaggio del pneumatico "tubeless" che, in caso di foratura, impiega più tempo a sgonfiarsi.
Dimensioni fisiche
  • larghezza della sezione (in millimetri)
  • altezza della sezione (come percentuale della larghezza)
  • diametro del cerchione (in pollici)
Caratteristiche prestazionali
  • velocità massima ammissibile
  • massimo carico ammissibile sulla ruota
Caratteristiche costruttive
  • struttura
  • attitudine all'uso senza camera d'aria
  • settimana e anno di costruzione
Queste caratteristiche sono riportate sugli pneumatici con "marcature" impresse a caldo ed attraverso l´uso di "codici". Oltre a questi elementi, le norme USA prevedono ulteriori indicazioni.
Esempio: 185/60 R 14
  • 185 è la larghezza del battistrada in millimetri
  • 60 è il rapporto di sezione, corrispondente al 60% dell’altezza diviso la larghezza
  • R sta a significare struttura radiale della carcassa



Marcature secondo Regolamento ECE-ONU e Direttiva 92/23/CEE


  1. Senso di rotazione obbligato, negli pneumatici con intagli asimmetrici che prevengono l´aquaplaning solo se ruotano nella direzione corretta; questo implica che uno pneumatico, montato su cerchione, non può essere impiegato su un lato diverso
  2. TWI: in corrispondenza dell´indicatore di usura, un tassello che compare all´interno di una scanalatura principale del battistrada per indicare che si è raggiunto lo spessore minimo di legge di 1,6 mm
  3. larghezza della sezione (in mm) e altezza della sezione, come percentuale rispetto alla larghezza della sezione (in questo caso, l´altezza della sezione è il 70% della larghezza, cioè circa 130 mm)
  4. R = pneumatico a struttura radiale; se utilizzabile a velocità superiore a 240 km/h, il simbolo è ZR
  5. "Tubeless": può essere utilizzato senza camera d´aria
  6. settimana (prime due cifre) e anno (ultima cifra o ultime due cifre) di costruzione
  7. M+S(o anche M/S, M&S, M.S): indica uno pneumatico "per uso invernale", cioè particolarmente adatto per pioggia, neve sciolta e fango e basse temperature; inadatto per uso ad alte temperature ed all´asciutto 
  8. "Reinforced": presente quando lo pneumatico, nel tipo per veicoli merci leggeri, ha una struttura rinforzata rispetto al tipo per autovetture
  9. simbolo indicante che lo pneumatico è di tipo "run flat", in grado cioè di funzionare anche sgonfio ad una velocità di almeno 80 km/h per una distanza di 80 km; in questo caso è presente anche la lettera F prima dell'elemento 11 (diametro del cerchione)
  10. marchio di omologazione, secondo Regolamento ECE-ONU (tipo a) oppure secondo la Direttiva 92/23 (tipo b); il numero dentro la cornice indica il Paese di omologazione, i numeri dalla terza cifra in poi fuori della cornice indicano il numero di omologazione
  11. diametro del cerchione, in pollici
  12. "indice di carico", un numero in codice che, secondo una tabella, indica il carico massimo ammesso sulla ruota
  13. "categoria di velocità", un codice alfabetico che, secondo una tabella, indica la velocità massima alla quale può essere usato lo pneumatico; nelle prove di omologazione, questa velocità viene mantenuta per 20 minuti e alla fine di essa lo pneumatico non deve presentare danni.
 


Marcature secondo le norme USA

Nel sistema di omologazione USA sono presenti tutti gli elementi dell'omologazione ECE-ONU e dell'omologazione UE, eccetto il marchio di omologazione relative a queste ultime; talvolta, l'indicazione relativa alle dimensioni è preceduta dalla lettera P ("passenger car"), per indicare che lo pneumatico è adatto solo per autovetture. In aggiunta, è però presente la stringa di caratteri dell'omologazione USA, secondo le specifiche del DOT (Department of Transportation), con questo formato:
omologazione USA
in cui, dopo l'indicazione DOT, il primo gruppo alfanumerico, di due caratteri, è il codice dello stabilimento di produzione. Si rivela molto utile in caso di richiami e, attraverso il sito ufficiale www.nhtsa.gov/cars/rules/manufacture/ , chiunque può conoscere a che cosa corrisponde quel codice. Il secondo gruppo, ancora di due caratteri, reca la codifica DOT delle dimensioni del pneumatico (in pratica, un riassunto codificato degli elementi 3, 4 e 11 dell´omologazione ECE-ONU/UE). Il terzo gruppo, opzionale ma con contenuto notificato al DOT, di 4 caratteri al massimo, è a disposizione del produttore per proprie codifiche ad uso interno. Il quarto gruppo, racchiuso in un rettangolo e/o contrassegnato da un triangolino, reca la settimana (primi 2 caratteri) e l´anno (ultimi due caratteri) di produzione.
Inoltre, il carico massimo e la pressione massima (in psi, libbre per pollice quadrato) sono indicati in chiaro.
Vi sono poi indicazioni, non richieste dalle marchiature ECE-ONU/UE, relative al numero di tele e alla loro natura sia nel battistrada che nei fianchi, nonché il Paese di produzione.
Infine, è presente la classificazione di qualità dello pneumatico per tre aspetti considerati dalle norme sull´Uniform Tire Quality Grading, rispetto alle prestazioni di uno pneumatico standard in una procedura standard di verifica:
  • treadwear: considerato 100 il numero-indice del consumo di battistrada dello pneumatico standard, un indice 200 indica che lo stesso consumo di battistrada si realizza con una percorrenza doppia e così via
  • traction: riguarda l´aderenza dello pneumatico, in condizioni standard di laboratorio, nell´arresto su fondo bagnato. La qualità della prestazione va da AA (il valore più alto) a C
  • temperature: indica la capacità dello pneumatico nel dissipare il calore prodotto durante il rotolamento; varia da A (il grado migliore) a C.
Negli pneumatici destinati al mercato USA sono inoltre spesso presenti "Safety warnings", cioè informazioni e prescrizioni di sicurezza relative all´uso, al montaggio e smontaggio, ai carichi e alle pressioni di esercizio.

martedì 5 febbraio 2013

FUNZIONAMENTO DEL FRIGORIFERO TRIVALENTE


Il principio di funzionamento del frigorifero trivalente e' simile a quello tradizionale: un liquido che evapora sottrae calore.
La differenza è nella metodologia utilizzata per recuperare i vapori del liquido refrigerante.
Principio di Funzionamento Frigorifero Trivalente
In un frigorifero domestico si usa un compressore, in quello trivalente si utilizza la seguente modalità:
un recipiente chiamato bollitore contiene il liquido refrigerante (ammoniaca) che viene riscaldato. Il vapore viene fatto transitare sotto pressione in una serpentina dove si raffredda e condensa. Il liquido condensato viene messo a contatto con la parete del frigo e inizia ad evaporare estraendo calore. I vapori vengono convogliati nuovamente nel bollitore dove condensano oppure risalgono a pressione sul condensatore, quindi il ciclo riprende.
Il bollitore puo' essere riscaldato a 220V, 12 V, gas gpl ( per tale motivo il nome TRIVALENTE).
Questo tipo di frigorifero solitamente puo' creare delle variazioni di temperatura e non un vero e proprio 'freddo'. Un frigorifero domestico crea 4 gradi indipendentemente dalla temperatura esterna mentre il trivalente crea delle variazioni di circa 20 gradi rispetto alla temperatura esterna.  
Come funziona in dettaglio.
L'unità si compone di quattro parti principali: la caldaia, il condensatore, l'evaporatore (interno al frigo) e il dispositivo di assorbimento. Quando l'unità funziona a gas, il calore è assicurato da un bruciatore. Nel funzionamento ad elettricità, il calore è prodotto da una resistenza inserita nella caldaia.

La carica è composta da una miscela di ammoniaca, acqua e idrogeno. Questi sono ad una pressione sufficiente per far condensare l'ammoniaca alla temperatura ambiente. Quando viene riscaldata,nella caldaia si producono vapori d'ammoniaca e acqua che salgono fino al condensatore. il vapore acqueo si condensa prima e ritorna nuovamente dentro la caldaia, lasciando che il vapore asciutto di ammoniaca passi nel condensatore. Il condensatore è dotato di alette di raffreddamento che contribuiscono a far raffreddare il vapore di ammoniaca a mezzo dell'aria che circola esternamente. Il processo di condensazione porta alla formazione di ammoniaca liquida che, a sua volta, viene convogliata nell'evaporatore.
Nell'evaporatore confluisce idrogeno. L'idrogeno passa attraverso lo strato di ammoniaca. Ciò produce l'effetto di abbassare la pressione del vapore di ammoniaca, abbastanza da permettere che l'ammoniaca liquida passi allo stato gassoso. L'evaporazione dell'ammoniaca estrae molto calore dall'evaporatore. Ciò, a sua volta, estrae calore dal comparto per alimenti ove lo stesso è posizionato, abbassando quindi la temperatura all'interno dell'intero frigorifero.

La miscela allo stato di vapore fra ammoniaca ed idrogeno passa dall'evaporatore al dispositivo di assorbimento. Un gocciolamento continuo di soluzione debole di ammoniaca (l’acqua che torna nella caldaia) entra nella parte superiore del dispositivo di assorbimento. L'alimentazione avviene per gravità . Questa soluzione debole scende attraverso il dispositivo di assorbimento. Entra quindi in contatto con la miscela gassosa di ammoniaca e idrogeno ed assorbe rapidamente l'ammoniaca dalla miscela. L'idrogeno alleggerito dal carico di ammoniaca risale quindi nell'evaporatore. L'idrogeno circola continuamente fra dispositivo di assorbimento ed evaporatore.
La miscela di ammoniaca che si produce all'interno del dispositivo di assorbimento scende nel contenitore sottostante e, successivamente rientra nella caldaia, completando così il ciclo di funzionamento.

Questo ciclo è continuo, fino a che si produce calore nella caldaia. Un termostato che controlla la fonte di calore regola la temperatura dello spazio refrigerato.
Tenuto conto che il liquido refrigerante è ammoniaca, si possono ottenere temperature con uno sbalzo di 40° rispetto alla temperatura esterna.
La manutenzione
La manutenzione è normalmente abbastanza semplice. Il bruciatore ed il tubo di scarico devono essere mantenuti puliti e la fiamma deve essere azzurra,senza odori di gas combusti. In caso si senta puzza di gas bruciato dopo aver pulito il camino è opportuno vuotare il fondo della bombola gas, dove potrebbe essere rimasto gas scadente.
Prima di metterlo in esercizio, il frigorifero dovrebbe essere attentamente livellato. Una pendenza eccessiva ne impedisce il  corretto funzionamento.
I consigli per un buon rendimento
Il trivalente è un buon frigorifero per temperature esterne fino a 24-26 gradi, mentre scade come rendimento con temperature intorno ai 30-40 gradi. Per questo motivo vanno seguiti degli accorgimenti standard come, per esempio, rivolgere il frigo a nord oppure tenerlo riparato dai raggi solari.
Infatti il calore impedisce al condensatore di fare il suo lavoro, per questo si ricorre all’aiuto delle ventole, che vanno posizionate in modo da creare un flusso di aria dal basso verso l’alto e possibilmente tra condensatore e assorbitore. purtroppo I kit in vendita tendono ad estrarre l’aria dalla intercapedine senza che la maggior parte passi dal circuito, e se non si lasciano sempre accesi tendono a bloccare il flusso naturale dell’aria, in quanto tappano la griglia.
La differenza termica tra freezer e temperatura ambiente deve risultare di 40°c con il termostato al massimo. Il termostato regola infatti la fiamma o l’elettricità, quindi se la fiamma vi resta sempre al minimo controllate il meccanismo nella manopola di regolazione temperatura, magari un colpo può averlo spostato.
Se tutto questo è a posto e comunque non funziona significa che la miscela all’interno si è deteriorata. In questo caso dopo averlo smontato con la cura di isolare i fili e il gas si può provare a capovolgerlo piu’ volte, ma solo nel 30% dei casi si risolve il problema. Una altra soluzione è ricaricarlo, in quanto a comperarlo usato può dare gli stessi problemi.